Consigli di un artista per gli artisti: Arte contemporanea e LinkedIn PT.3

Social Network linked arte contemporanea

L’ultimo punto che vorrei trattare, per quanto riguarda l’uso efficace di Linkedin da parte dell’artista, è il doppio difetto di Linkedin, cioè quali sono i difetti principali di questa piattaforma.

Dunque, uno dei due difetti non è poi così grave, è più un difetto quasi di forma, cioè: oggettivamente, Linkedin è un social poco coinvolgente.
Diciamo che, anche dal punto di vista grafico, è proprio visibile quanto Linkedin sia, in un certo senso, vecchio o realizzato alla maniera delle vecchie piattaforme, o delle prime piattaforme social.

Inoltre, appunto, il fatto che non ci siano alcune modalità di interazione, oppure non ci siano alcune modalità di personalizzazione dei contenuti, come ad esempio invece su Instagram…Instagram ha un sacco di difetti, però è così: Instagram dà la possibilità di personalizzare tantissimo i tuoi contenuti attraverso tanti strumenti, anche strumenti banali che magari io non uso, però vanno citati gli sticker, le emoticon, tutte queste cose. Ecco, tutte queste cose non esistono su Linkedin, quindi diciamo che non è il social più divertente del millennio.

D’altra parte, questo salvaguarda, cioè questo è a salvaguardia dell’autorevolezza dell’utenza di Linkedin stesso.

D’altra parte, un difetto che è un po’ più grave e che può anche costituire uno svantaggio per l’artista che voglia usare Linkedin in maniera efficace è il fatto che è stato calcolato (e poi me ne sono accorto anch’io nella pratica) che il tasso di interazione dei messaggi privati che ti puoi scambiare su Linkedin è molto basso. Quindi, detto in parole poverissime, sostanzialmente, poche persone ti rispondono su Linkedin quando scrivi i messaggi privati. Linkedin è usato molto poco come servizio di messaggistica, anche perché, nell’ecosistema delle piattaforme, prima di Linkedin ci sono tanti altri sistemi che oggi noi abbiamo e usiamo per scambiarci messaggi, quindi WhatsApp e Messenger, quindi WhatsApp e Facebook, soprattutto Messenger. Messenger e WhatsApp hanno quasi soppiantato gli sms, anzi direi che hanno soppiantato del tutto gli sms. E poi, ora, da un paio di anni a questa parte, diciamo che ci si scambia molti messaggi anche nei cosiddetti Direct di Instagram, quindi nei messaggi diretti che Instagram ti lascia inviare.

Quindi, questo è forse il difetto più grave di Linkedin, che c’è una scarsa interazione a livello di messaggi privati. Però, appunto, vantaggi comunque Linkedin ne presenta, come ho, appunto, detto durante tutta la diretta. In particolare, per l’artista che voglia usare in maniera efficace Linkedin, il vantaggio è quello di poter usufruire di un pubblico potenziale su Linkedin di elevata qualità. E questa è un’ottima cosa, perché l’arte contemporanea sì, a volte può sembrare vicina anche a tutto il mondo cosiddetto della comunicazione, però tendenzialmente rimane qualcosa abbastanza di nicchia, abbastanza teso verso l’alto, e quindi diciamo che questo è un vantaggio che ha Linkedin, cioè la possibilità di darti una platea ben selezionata, o comunque certamente molto più selezionata di quella di Facebook oggi.

Quindi, io ho concluso i punti che riguardavano il tema di oggi, cioè, appunto, Linkedin, come un artista contemporaneo dovrebbe usare Linkedin in maniera efficace. Dato che ho concluso, vi invito a farmi delle domande, se vi va. Io sono qui, come sempre, per assolvervi.

Nel frattempo che voi, eventualmente, pensate alle vostre domandine, io procedo a degustare il mio caffè, perché poi dopo la diretta devo fare tantissime altre cose. Quindi, procedete con le domande, se vi va!

Dunque, Elena chiede: “Fai una comparazione tra Linkedin e Instagram. Ha senso dire che Linkedin sia migliore rispetto ad Instagram per la diffusione di propri articoli sull’arte contemporanea?”.

Dunque, articoli pensi che tu intenda articoli, quindi testi. Per quanto riguarda una comparazione generale tra Linkedin e Instagram dalla prospettiva di un artista contemporaneo, come ho già detto nel video mi pare di ieri, che trovate nel mio profilo Instagram, diciamo che Instagram rimane comunque il miglior social network in assoluto per gli operatori dell’arte contemporanea, sia per la sua caratteristica fondamentale (cioè Instagram è il social delle immagini e quindi, evidentemente, è il social che meglio si adatta alla diffusione delle arti visive, appunto), inoltre non è solo per questo, ma Instagram è il miglior social network per gli artisti contemporanei perché è il social network in cui il numero degli operatori dell’arte contemporanea a livello internazionale è più alto. Inoltre, anche le interazioni nell’ambito dell’arte contemporanea su Instagram sono molto migliori, come dicevo nel video di ieri. È raro…è possibile, naturalmente,  ma è raro che su Facebook una galleria, o una galleria importante, ti metta il Mi piace, il Like, a un tuo contenuto. Su Instagram, se lo sai utilizzare bene (ed è quello che facciamo con le persone che fanno la consulenza privata con me), se sai usare bene Instagram arrivano Mi piace, addirittura anche commenti, messaggi privati, da parte di operatori dell’arte contemporanea, anche da parte delle gallerie.

Per quanto riguarda, invece, la seconda domanda, appunto, “Ha senso dire che Linkedin sia migliore rispetto ad Instagram per la diffusione di propri articoli sull’arte contemporanea, nel senso di testi e saggi?”, dunque, Linkedin in teoria potrebbe essere migliore per i testi, dal punto di vista dell’utenza. Il problema è che, negli ultimi mesi, Linkedin ha ristretto il numero massimo di caratteri che puoi inserire in un tuo post su Linkedin stesso. Quindi, praticamente, negli ultimi mesi, purtroppo, dagli ultimi mesi, su Linkedin puoi inserire solo dei testi brevi, abbastanza brevi, nel senso che un articolo che abbia una misura decente, sostanzialmente, non lo puoi inserire su Linkedin dagli ultimi mesi a questa parte.

Naturalmente, su Linkedin puoi inserire il link che poi rimanda all’esterno della piattaforma, quindi l’utente clicca sul link e viene portato a una pagina esterna alla piattaforma e può così leggere il tuo articolo. Però, ecco, approfondendo la domanda, che è una domanda graziosa, secondo me il miglior social per diffondere i propri articoli sull’arte contemporanea, innanzitutto devo fare una premessa: la migliore cosa, se tu scrivi articoli di arte contemporanea, la migliore cosa è fare un blog, perché non è vero che il blog sia una cosa passata perché quasi tutti gli esperti di social a livello mondiale…tipo, ad esempio, tanto per citarne uno, Gary Vaynerchuk, detto anche Gary V. dice che il blog è ancora un ottimo strumento, soprattutto in funzione SEO, cioè che attraverso il blog, attraverso le parole chiave, gli utenti di Google ti possono trovare, possono andare a finire nelle tue pagine o nel tuo sito. Io stesso ho una sezione del mio sito (www.giuseppeallettoitalianartist.com) che è, appunto, una sezione blog, in cui carico circa, in media, un articolo al giorno, quindi sette articoli alla settimana.

Quindi, la migliore cosa per chi scrive articoli di arte contemporanea è creare un blog.

D’altra parte, per quanto riguarda i social, ci sono due social che sono, secondo me, i migliori per chi scrive di arte contemporanea. Io sono presente in entrambi i social che ora dirò. Si tratta di medium.com, che è un social abbastanza di nicchia, però un social molto grazioso. Utenti italiani ce ne sono pochi su medium.com, però è molto buono perché è un social, appunto, che nasce proprio per scambiarsi un media, quindi non solo testi, testi, link e altri tipi di media. Però, diciamo, è un social molto di qualità, nel senso che anche gli articoli, anche gli utenti che ci sono, sono di ottima qualità. Quindi, per chi scrive di arte contemporanea, io invito a crearsi il proprio profilo su medium.com. Poi, l’altro luogo per chi scrive (questo in generale), possibilmente per chi scrive ad un buon livello, un altro social su cui sono presente pure si chiama Academia, che nasce, nacque, all’epoca, come social quasi riservato ai lavoratori delle università. Infatti, molti miei amici che lavorano all’università, come Natale Spineto (che qualora vedesse questo video lo saluto) e altri, tutte queste persone hanno il proprio profilo su Academia.

Fine PT.3

Giuseppe Alletto