COME COMUNICARE LA PROPRIA ARTE - PT.2

32629386_1945122812167423_8976561023930597376_n.jpg

Il terzo punto per comunicare al meglio la tua arte è quello di utilizzare i social network. Naturalmente, c’è anche una sorta di dibattito nel mondo dell’arte contemporanea sulla validità o meno dei social network, ma direi che, come sempre, bisogna assumere una posizione moderata, nel senso che da un lato non bisogna essere fanatici del web, o del virtuale, o dei social network, perché comunque, in generale, poi, nel campo dell’arte, che è anche vicino, o addirittura contiguo, al campo del lusso, il face-to-face, il rapporto con la persona, ecc. ecc., il rapporto reale, è ancora importante e lo sarà, probabilmente lo sarà per sempre. Non penso che l’elemento umano in tutti i business legati al lusso, in tutte le attività legate al lusso, sarà sempre in percentuale rilevante, anche fra cento anni, quando tutto il mondo sarà virtuale.

Quindi, da una parte non diventare fanatici del virtuale, d’altra parte non snobbare il mondo del web e dei social network, perché oggettivamente possono diventare un ottimo strumento per intrecciare relazioni, anche per far vedere le proprie opere, e questo è il tema di questo video, cioè come comunicare la tua arte. I social network sono un ottimo mezzo per accedere potenzialmente ad un pubblico estremamente vasto.

D’altra parte, appunto, bisogna non puntare tutto sui social network o sul web, in particolare non puntare tutto sui social network perché i social network vanno e vengono. Nella storia dei social network già tante piattaforme, tanti social network, sono nati, sono arrivati al culmine del numero di pubblico e d’altra parte sono morti. Tante piattaforme social sono finite, e anche le piattaforme di oggi sicuramente o finiranno, o muteranno estremamente di natura, insomma. Quindi, anche quei colossi, come Facebook, Instagram, ecc. ecc., per non parlare di altre piattaforme, o finiranno, o certamente muteranno natura nel corso di qualche anno. Già al momento ci sono molti mutamenti, soprattutto per quanto riguarda le cosiddette sponsorizzazioni su Facebook.

D’altra parte, appunto, come fare per non affidare la propria vita – cosa che non mi pare il caso -  come fare a non affidarsi del tutto ai social ma avere comunque una presenza? Come assicurarsi una presenza sul web al di là delle vicende dei vari social network? Fare il proprio sito internet, avere un proprio sito internet.

Anche lì, non bisogna forse dare troppo peso, a volte, alle parole magari di qualche tecnico, o di qualche stra-tecnico, che sostiene che il sito web, o i siti web, siano qualcosa si sorpassato, di fuori moda, perché oggi invece dobbiamo fare tutto con i social, perché, appunto, lo abbiamo detto prima, i social network finiranno, o comunque mutano di natura di settimana in settimana, mentre il sito web rimane lì e continua essere quello era, così come veniva chiamata all’inizio, nei primi anni 2000, cioè il sito web è la tua “casa virtuale”, la tua “casa sul web”, è la cosa che rimane.

Poi, l’altro strumento fondamentale per comunicare la tua arte (e qui arriviamo all’ultimo punto), l’ultimo strumento fondamentale per comunicare la tua arte è il portfolio.

Il portfolio è, sostanzialmente, una sorta di catalogo, “cataloghetto”, diciamo così, è una sorta di documento. Importante: sia cartaceo che virtuale.

Il portfolio è, appunto, un documento dove sono presenti le immagini, le riproduzioni fotografiche delle tue opere, possibilmente complete di didascalie e possibilmente, anche in questo documento, farcito di testi.

Naturalmente, anche lì, sul portfolio ci sono tante opinioni differenti. Per quanto mi riguarda, dalla mia esperienza e anche dall’esperienza di tanti altri che ho conosciuto, o di cui ho letto i libri, ecc. ecc., bisognerebbe fare una distinzione tra portfolio bello e portfolio efficace. Il portfolio bello è il tipico portfolio da grafico, cioè il grafico che vuole fare, sostanzialmente, bella figura e allora deve sfoggiare tutte le ultime caratteristiche degli ultimi programmi di grafica per fare il portfolio.

Ma la domanda è questa (domanda rivolta ai futuri artisti o a coloro che vogliono intraprendere una carriera nell’arte contemporanea, quindi né grafica, né illustrazione, qua non si parla di queste cose, ma arte contemporanea, quella che si fa nelle gallerie e nei musei): secondo voi, a un gallerista importa, appunto, se il portfolio è fatto con l’ultima versione dell’ultimo programma di grafica? Naturalmente a quello non importa niente e, in tre quarti dei casi, quello non conosce nemmeno il nome di un programma di grafica. Diciamo, io stesso non sono gallerista, anche se ho diretto una galleria e dirigo ancora oggi uno spazio in Sicilia per l’arte contemporanea, a me non interessa nulla dei programmi di grafica.

I galleristi non si basano su queste cose, i galleristi si basano, sostanzialmente, sul contenuto delle opere. Poi, naturalmente, il portfolio deve essere fatto con certi criteri. Però, appunto, i criteri per il portfolio devono essere tutti basati sull’efficacia, non sulla presunta bellezza del portfolio, perché il portfolio come oggetto dell’arte contemporanea vale, diciamo, poco, come oggetto virtuale, e l’oggetto cartaceo cercare di farlo più decente.

Vedo che c’è un curatore di Hong Kong che ci sta seguendo e mi saluta. Naturalmente non penso che afferrerà molto delle mie parole.

Quindi, appunto, è necessario distinguere tra portfolio efficace e portfolio bello, e il mio consiglio è certamente quello di concentrarsi sull’efficacia del portfolio e non sulla sua presunta bellezza grafica.

Dunque, per oggi i consigli erano questi, mi pare come sempre cinque. Se volete fare qualche domanda è l’occasione giusta.

Vi ringrazio, intanto, per i tanti saluti che arrivano.

Ci vediamo alla prossima diretta.

Seguitemi su Facebook, la pagina è Giuseppe Alletto Italian Artist, e, se vi va, lasciatemi un follow su Instagram, dove mi trovate come @giuseppeallettoartist.

Quindi, alla prossima! Buona giornata, buon sabato! Divertitevi! E buona arte, come sempre!